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Radioembolizzazione transarteriosa nel carcinoma epatocellulare intermedio-avanzato


La radioembolizzazione transarteriosa ( TARE ) è una terapia sperimentale riconosciuta, anche se non esplicitamente raccomandata, per il carcinoma epatocellulare non-resecabile.
È stata compiuta una revisione sistematica della letteratura per identificare gli studi pubblicati sull'utilizzo della TARE nell'epatocarcinoma a fase intermedia e avanzata, esplorando l'efficacia e la sicurezza di questo trattamento innovativo.

In una meta-analisi sono stati inclusi 21 studi con dati relativi alla sopravvivenza globale ( OS ) e al tempo alla progressione ( TTP ).

La sopravvivenza globale ( dati aggregati ) post-TARE è stata del 63% ( IC 95%: 56-70% ) e del 27% ( IC 95%: 21-33% ) a 1 e 3 anni rispettivamente nell'epatocarcinoma fase intermedia, mentre la sopravvivenza globale era del 37% ( IC 95%: 26-50% ) e del 13% ( IC 95%: 9-18% ) negli stessi intervalli di tempo nei pazienti con funzione epatica sufficiente ( Child-Pugh A-B7 ) ma con un epatocarcinoma avanzato a causa della presenza di trombosi della vena porta.

Quando è stato considerato un caso-mix intermedio ed avanzato, la sopravvivenza globale era rispettivamente del 58% ( IC 95%: 48-67% ) e del 17% ( IC 95%: 12-23% ), rispettivamente, a 1 e 3 anni.

Quanto al tempo alla progressione, solo quattro studi hanno riportato dati; la probabilità di progressione osservata è stata del 56% ( IC 95%: 41-70% ) e del 73% ( IC 95%: 56-87% ) rispettivamente a 1 e 2 anni.

L'analisi di sicurezza, incentrata sul rischio di scompenso epatico dopo TARE, ha rivelato una grande variabilità, da 0-1% a più del 36% di eventi, influenzata dal numero di procedure, dallo stadio Child-Pugh del paziente e dalla durata del trattamento.

L'uso della radioembolizzazione nell'epatocarcinoma è principalmente basato su studi di coorte retrospettivi e prospettici. Sulla base di questa evidenza la radioembolizzazione sembra essere un'opzione di trattamento praticabile per l'epatocarcinoma intermedio avanzato. ( Xagena )

Rognoni C et al, Oncotarget 2016; 7: 72343-72355

Xagena_OncoGastroenterologia_2016



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